venerdì 14 dicembre 2007

Gore vs. USA

Alle 19:30 di giovedì sera i corridoi del centro congressi di Nusa Dua si sono svuotati delle solite centinaia di persone appoggiate ovunque con i loro laptop o riunite in gruppi a discutere e commentare le ultime voci sui negoziati. A quell'ora infatti cominciava l'evento parallelo organizzato da Alliance for Climate Protection in cui avrebbe parlato il fresco di Nobel Al Gore.
"Non faccio parte della delegazione ufficiale e non sono particolarmente portato per le gentilezze diplomatiche - ha detto Gore - quindi vi racconterò una verità scomoda: il mio paese, gli Stati Uniti d'America, è il principale responsabile dell'ostacolare i progressi qui a Bali" (ndr: la traduzione non è il massimo, ma ho preferito riportare letteralmente le parole di Al Gore).
"Potete sentirvi frustrati e amareggiati e dirigere questi sentimenti verso gli USA. Altrimenti potete fare una seconda scelta, che consiste nell'andare avanti con il difficile lavoro che deve essere fatto e lasciare un grande spazio bianco nel vostro documento con una nota a piè di pagina. Entro due anni la posizione degli Stati Uniti sarà molto diversa, siatene certi".
Gore ha anche proposto che le misure previste nel prossimo trattato possano entrare in vigore già nel 2010, senza aspettare la scadenza di Kyoto del 2012.
Devo dire la verità, non me lo aspettavo così tosto.
Va detto che le posizioni del governo USA sembrano sempre più isolate. Anche il sindaco repubblicano di New York Michael Bloomberg, che ha parlato giovedì, ha dichiarato di essere molto deluso dalla politica che Bush e il Congresso hanno portato avanti sul tema dei cambiamenti climatici.

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