venerdì 22 agosto 2008

Il capoclasse fa outing

Sul Corriere della Sera di ieri era pubblicato un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia dal titolo Una scuola per l'Italia dedicato al pessimo stato in cui versa l'istruzione pubblica del nostro paese.
Oggi sulla stessa testata rispondono i due ministri chiamati in causa, la prima come delegata al settore e il secondo perché accusato da Galli della Loggia di avere tagliato i fondi pubblici per la scuola.
La Gelmini non scrive niente di interessante. Il capoclasse Tremonti invece argomenta in lungo e in largo, dimostrando la sua ansia di restaurazione e revisionismo. L'intervento del capoclasse si intitola Il passato e il buon senso e si concentra su due argomenti, il voto e i libri di testo (peraltro ambedue non sollevati nell'editoriale di Galli Della Loggia).
Tremonti vede chiaro il futuro dell'istruzione pubblica. "Le ideologie introdotte dal '900, tanto quelle fondamentali - il socialismo, il fascismo, il comunismo - quanto quelle marginali - il nullismo del '68 e il mercatismo liberista - sono, al principio di questo nuovo secolo, in crisi, tutte rifiutate dai giovani, che cercano altri, nuovi, diversi valori".
Che ne sa di giovani il 61enne ministro capoclasse? Boh. Ma eccolo indicare con certezza la soluzione: "Può essere invece il ritorno al passato e all'800, e molti segni sono in questa direzione, può essere che dall'attuale 'marasma' prenda inizio un nuovo futuro".
Ma infatti, come avrebbe detto Andrea Pazienza. I diciottenni di oggi, classe 1990, troveranno illuminata ispirazione nell'Ottocento, altro che piercing, Facebook, Red Bull, YouTube e Beyoncé.
Tremonti si scaglia poi contro il sistema di valutazione attraverso i giudizi, pretendendo il ritorno ai voti decimali. "In sintesi c'è un numero da togliere e ci sono dei numeri da introdurre. Il numero da togliere è il numero 1968, sintetizzato in 68. I numeri da mettere 10, 9, 8, 7, 6 etc. L'idea che mi pare giusta è quella di mettere al posto dei 'nuovi' giudizi i 'vecchi' numeri. (...) Un cambiamento che non è un salto nel vuoto, come nel '68, ma un ritorno al passato. Al buon senso e alla logica, ai valori e alle tradizioni di un passato che deve e può tornare".
Ma infatti, citando ancora Paz. Il capoclasse passa dai sette condoni ai sette in condotta, e su questo piano è in perfetta sintonia conservatrice con la ministra Gelmina.
Nel 1968 io avevo dodici anni e, malgrado facessi parte della generazione successiva a quella vituperata da Tremonti, sono arrivato alla laurea senza avere mai ricevuto giudizi, valutato solo con voti numerici. Ricordo ad esempio la mia classe di prima elementare, eravamo in 28. Il maestro, tramite i voti invocati dal ministro capoclasse, ne bocciò senza appello sette. Sette bambini di sei anni. Ricordo anche i compagni di classe bocciati in prima media, ricordo i miei quattro in latino e greco scritto in quarto ginnasio, dove alla fine fui promosso, al contrario di altri sei disgraziati.
Molti mi hanno chiesto perché da sempre chiamo capoclasse il ministro Tremonti. Il suo intervento di oggi sul Corriere è un vero outing, la conferma che l'occhiuto Valtellinese era proprio uno di quelli che stavano alla lavagna quando il maestro usciva e scrivevano ghignando i nomi dei "cattivi".
Per quanto mi riguarda i voti li lascio alle suore e ai calciatori. A Tremonti però concedo una tantum un bel 4 rosso, come quello della mia pagella di greco scritto in quarto ginnasio.
"Un passato che deve e può tornare"
? Aiuto.

4 commenti:

  1. Be', sì, lui è proprio il primo della classe con il colletto sporco di grasso e l'occhialone da ipermetrope, ma soprattutto con la mentalità (ha una mentalità?) codina e reazionaria dei prof che lo lodavano e gli affidavano la classe quando loro uscivano a chiacchierare con i colleghi in corridoio. Se una prova ancora volevamo di come siamo governati, eccola. Piccola piccola, ma significativa. E delle peggiori: chi la pensa ancora così sulla scuola dimostra di non avere il minimo senso di cosa significa formazione in un paese moderno. Come diceva Salvadori su Repubblica, in un pezzo peraltro non tutto condivisibile, è guardando sempre verso le nostre spalle che continua la nostra inesorabile scomparsa dalla scena internazionale. L'Italia mi ricorda sempre di più il gatto del Cheshire. Continua a ghignare e a poco a poco scompare. Tra un po' non ne resterà più che il ghigno idiota.

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  2. Lo stato preoccupante della destra italiana è bene illustrato dall'involuzione bigotta del capoclasse Tremonti. I governi europei di destra sono molto attenti a temi quali l'innovazione, la laicità, le opportunità di sviluppo che derivano dalla lotta ai cambiamenti climatici. Francia, Olanda, Germania, Svezia e molti altri sanno bene quali siano le scommesse del futuro.
    Il governo Berlusconi invece non sembra interessato e Tremonti, elemento di spicco del sodalizio, parla di dazi, di "mulini a vento" e di modelli culturali ottocenteschi da proporre ai teen-agers nati negli anni '90.
    L'Italia non è in declino, ma in caduta libera.

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  3. Io credo che stia accadendo perchè questa salsa politica che governa l'Italia non è una vera destra, ricca almeno di valori politici, che sarebbero comunque rispettabili, anche se di colore opposto a quelli in cui io credo. E' piuttosto una destra di prepotenze personalistiche che appaiono senza valori, una accozzaglia di narcisismi piu' o meno incoraggiati in quanto funzionali al mantenimento del potere conquistato. Per questo non si nota alcuna eccellenza -sia pur segnatamente "di destra"- nelle riflessioni politiche di chi ci sta governando, ma solo banalità anche gravi ma ad effetto, per colpire i molti che non hanno voglia di soffermarsi un attimo a pensare.
    Il leader della coalizione di governo, lui sì, ha fatto scuola.
    Violetta

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  4. @ #2

    a proposito di caduta libera, come la commenti la notizia che leggo solo oggi sul Repubblica.it di un Fini che può permettersi di fare immersione in una zona del mare toscano dove nemmeno le spedizioni scientifiche sono autorizzate?
    Il tutto scortato da un'imbarcazione dei Vigili del fuoco?
    Ecco l'Italia dei cittadini di serie A, B, C, D, E, ..., Z

    Isabella

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