giovedì 18 settembre 2008

Esiste davvero un'auto ecologica?

Oggi ero a Roma per la conferenza finale del progetto Roma per Kyoto e qualche amico lettore di Sostenibilitalia mi ha rimproverato per l'entusiasmo con cui qualche giorno fa raccontavo l'arrivo della Chevrolet Volt (foto), la prima auto REEV (Range Extended Electric Vehicle) che la General Motors ha in programma di mettere sul mercato tra due anni a un prezzo di 30.000 dollari.
"La sola macchina ecologica è una macchina rottamata" si potrebbe sostenere parafrasando la celebre frase del generale Custer sugli indiani d'America. Certo, un'auto a emissioni bassissime come la Volt riduce inquinamento ed effetto serra, ridimensiona il ricatto del petrolio sull'economia globale ma non risolve i problemi legati alla mobilità privata quali traffico e congestione, occupazione degli spazi pubblici, costi di produzione e gestione delle auto, incidenti, consumo di materie prime ecc.
Gli studi dimostrano che le auto REEV costano a chi le guida un sesto di quelle tradizionali e producono emissioni quasi nulle, almeno se si resta entro l'autonomia del motore elettrico (60 Km circa). Se si va più lontano entra in funzione il motore a scoppio, che però non agisce sulla trazione ma ricarica la batteria di bordo e ha comunque un rendimento di almeno 20 Km/l, ovvero meglio anche di una Prius. Per ricaricare le batterie a casa bastano pochi Kw, quanti ne consuma ogni giorno un frigorifero.
Inoltre le automobili "a spina" hanno il pregio di diventare con il passare del tempo sempre più ecologiche, di pari passo con la diffusione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia e dello smantellamento delle vecchie centrali elettriche inquinanti, particolarmente quelle a carbone. Uno studio della NDRC prevede che se i veicoli REEV fossero la metà dei mezzi circolanti in USA si ridurrebbero le emissioni di CO2 di 450 milioni di tonnellate. In pratica questo equivarrebbe a togliere dalle strade americane 82 milioni di auto tradizionali.
Un altro motivo per sostenere la "rivoluzione" della Volt è che l'auto si rivolge principalmente al mercato USA, dove il trasporto pubblico è efficiente e diffuso solo nelle aree metropolitane e le distanze obbligano spesso alla mobilità privata. Certo, quello americano è un modello insediativo imperfetto e migliorabile, ma non potrà cambiare in pochi anni.
Credo che la Volt non sia la soluzione finale, ma di certo un enorme passo avanti. Non è un caso che dopo l'annuncio della General Motors anche Mazda, Ford, VW, Jeep e Volvo hanno cominciato a lavorare su progetti analoghi.
Resta da risolvere la questione degli ingorghi urbani, dove poco conta se le auto sono elettriche o diesel Euro 0. La strada da seguire sara quella dei pedaggi, che finiranno per essere indifferenziati. Non conterà quanto inquina la tua auto ma quanto spazio occupa.

Nessun commento:

Posta un commento