martedì 30 settembre 2008

Venezia, Cartoonia

L'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, composto da dotti e rispettati signori, assegna un premio a John Kay, giornalista che lo scorso 1 marzo ha scritto sul Times un articolo provocatorio in cui propone di affidare l'amministrazione di Venezia alla Disney, prendendo atto che la città lagunare è ormai un parco tematico e va gestita come tale. Venezia - scrive Kay - ha 70.000 residenti e 19 milioni di visitatori l'anno, quindi va trattata come Disneyland, con un biglietto di ingresso di 50 euro che servirà per tenerla pulita e in ordine.
Il presidente del'istituto è il giurista Leopoldo Mazzarolli e nel consiglio di presidenza ci sono Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni culturali e attuale direttore dei Musei Vaticani, Pierre Rosenberg, accademico di Francia ed ex direttore del Louvre, Wolfgang Wolters, studioso del Rinascimento veneziano.
Massimo Cacciari, sindaco della città, non ci sta e dichiara di trovare "comica" la scelta degli accademici veneziani. Cacciari è intelligente e snob, come deve essere un sindaco veneziano (Brunetta e Titti mi scuseranno, ma il paragone è improponibile). Tuttavia la provocazione dell'Istituto obbliga a qualche riflessione in più. Venezia è una trappola per turisti, basta uscire dalla stazione di Santa Lucia per accorgersene. Come Capri e Portofino, Venezia è piena di turisti obesi in pantaloni corti di giorno ma deserta di notte.
C'è però una Venezia autentica e popolare che continua a vivere, lontano dai percorsi dei gruppi di giapponesi e americani. Ci sono ancora le calli con i panni stesi, i bambini che giocano, i vecchi che bevono le ombre nei bar.
Venezia non è Disneyland, ma di certo fatica a restare una città vera. Paolo Cacciari, che del sindaco di Venezia è fratello ma non sodale, una sera passeggiando al mercato di Rialto mi raccontò dei gondolieri che compravano casa a Mestre, segno per lui dell'inizio della fine.
Per me Venezia è unica e bellissima e non può esistere senza i Veneziani. Altrimenti diventerebbe come la ricostruzione dell'hotel di Las Vagas Venetian (nella foto sopra). Ordinata, pulita, senza acqua alta e circondata di automobili e grattacieli. Finta.

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