mercoledì 12 novembre 2008

Golf e rivoluzione

Nel 1961 Fidel Castro sfidò a golf Ernesto Che Guevara, e perse. La partita in realtà era una messa in scena per prendere in giro il presidente americano Eisenhower, che un anno prima si era rifiutato di incontrare Castro dicendo che "doveva giocare a golf". La partita (foto) si giocò nei dintorni de La Habana pochi giorni prima del fallito sbarco americano nella Baia dei Porci.
Fino al 1959 nella Cuba di Batista c'erano dieci campi da golf, che la rivoluzione castrista riconvertì in accampamenti militari e giardini pubblici. Oggi Cuba ha un solo campo a 18 buche a Varadero, inaugurato nel 1999, e uno da 9 a La Habana. La crisi del turismo, ch colpì duramente Cuba nel 2006, sta provocando una brusca riconversione che ha portato Manuel Marrero, ministro cubano competente, ad annunciare la costruzione di dieci nuovi campi. Lo scorso anno Raul Castro in persona fece una rapida incursione all'Argentario per vedere direttamente il nuovo splendido campo di Porto Ercole. Probabilmente i Cubani hanno valutato che la Repubblica Dominicana, con 24 campi da golf, vanta quattro milioni di presenze turistiche l'anno, il doppio di Cuba.
In realtà i progetti immobiliari di lusso che compredono campi da golf sono almeno 19, dieci solo nella provincia de La Habana. Si tratta, secondo la rigida normativa cubana, di società miste con capitali provenienti da Canada, Spagna, Vietnam, Francia e Regno Unito. Il primo sarà il Carbonera Country Club, un resort a sei stelle costruito dalla catena Hesencia Hotels con un investimento di 350 milioni di Euro e previsto in apertura nel 2011. Andrew McDonald, CEO di Hesencia non ha dubbi: "Cuba è grande più o meno come la Gran Bretagna, dove ci sono più di duemila campi da golf..."

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