martedì 30 dicembre 2008

Botti sostenibili?

Se, come me, amate i fuochi d'artificio e i botti di capodanno, domani sera sarete tormentati dai sensi di colpa. Dobbiamo infatti ricordarci che ogni cosa che spariamo in aria torna inevitabilmente giù: ossidanti, propellenti, combustibili, agenti coloranti e altri composti chimici generalmente tossici o comunque pericolosi.
Il Codacons è arrivato a chiedere che i botti siano proibiti nelle città più grandi e inquinate come Milano e Roma, dichiarando (non senza approssimazione) che "ogni anno i botti di Capodanno fanno mediamente raddoppiare le polveri sottili". In realtà qualche fondamento c'è, se è vero che due anni fa il Corriere della Sera riportava come il livello del PM10 registrato la notte del 31 dicembre a Milano in via Juvara era pari a 131 microgrammi contro i 74 del giorno precedente, con condizioni meteo sostanzialmente invariate.
Chi ha preso i botti molto sul serio è Venezia, dove un'ordinanza del sindaco Cacciari per la prima volta vieta i petardi in tutta la città (dal 2005 erano stati vietati solo a San Marco e negli altri campi della laguna).
I fuochi d'artificio sono colorati da sostanze chimiche come stronzio e litio per il rosso, bario e rame per il verde, sodio per i toni dorati. Il calcio accentua i colori, lo zinco crea nuvole di fumo, l'alluminio le scintille e l'antimonio i riflessi. Cliccando sugli elementi di questa tavola potete scoprire il loro effetto pirotecnico. Normalmente i botti bruciano una miscela di nitrato di potassio, zolfo e carbone. Il nitrato di potassio ossida zolfo e carbone producendo bagliore e gas. Poi si aggiungono altri componenti come quelli elencati sopra per ottenere scintille ed effetti di colore. Tempo fa venivano utilizzati anche metalli più pericolosi come piombo e mercurio. Per eliminare la polvere da sparo la Disney ha sviluppato un sistema per sparare i fuochi con aria compressa ed ha aperto la propria compagnia pirotecnica, la DMD Systems.
Nella fabricazione dei fuochi d'artificio tradizionali negli ultimi tempi l'ossidante più diffuso è il perclorato di potassio, che però è un elemento pericoloso per la salute umana, particolarmente perché inibisce la capacità della tiroide di estrarre lo iodio dal sangue. Il perclorato è estremamente solubile e raggiunge facilmente le acque di falda, quindi i tentativi di produrre "botti sostenibili" sono concentrati sulla sostituzione del perclorato di potassio con qualcosa di meno pericoloso. L'alternativa più praticabile sembra la nitrocellulosa, che a parità di potenza produce quantità ridotte di fumo e di PM10. Ma un fuoco d'artificio alla nitrocellulosa costerebbe il doppio di quelli attualmente sul mercato, monopolio quasi esclusivo dei fabbricanti cinesi. Per adesso quindi nessuna speranza di trovare qualcosa del genere nei negozi o nelle armerie.

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