mercoledì 18 marzo 2009

Negazionisti

Tutti i governi europei di destra hanno messo la lotta ai cambiamenti climatici tra le loro priorità. Dalla Francia all'Olanda, dalla Svezia alla Germania le destre d'Europa investono in energie rinnovabili, promuovono il risparmio energetico e sono in prima linea nella lotta al cambiamento climatico.
In Italia le cose vanno diversamente. Lo dimostra l'attenzione rivolta dalla stampa di destra alla modesta corrente negazionista che vorrebbe sconfessare le tesi dell'IPCC, l'organismo scientifico ONU che si occupa di cambiamenti cimatici e che ha vinto nel 2007 il Nobel per la pace assieme ad Al Gore. Alcuni parlamentari della CdL hanno anche partecipato ad iniziative pubbliche organizzate in sedi parlamentari e centrate sulla negazione del riscaldamento globale dovuto alle emissioni di CO2.
La posizione della destra italiana è bizzarra e decisamente isolata nel panorama internazionale. Non va poi dimenticato che nel dicembre 2008 Berlusconi ha sottoscritto il "pacchetto clima" europeo che impone al'Italia obblighi precisi, per i quali ad oggi il governo non ha preso impegni.
L'ultimo esempio negazionista è di pochi giorni fa, quando l'Istituto Bruno Leoni ha ospitato il presidente ceco Vaclav Klaus (foto), che nell'occasione ha presentato la traduzione italiana del suo libro "Pianeta blu, non verde". Klaus è un personaggio interessante. La sua visione euroscettica e le sue posizioni negazioniste sul cambiamento climatico imbarazzano il governo delle Cekia nel semestre di presidenza europea (vedi il post sei mesi alle ceca), tanto che il governo di Praga in questi mesi ha cercato di limitare le sue apparizioni pubbliche.
I giornali di destra come Il Foglio e Libero hanno riportato ampi resoconti della conferenza, a margine della quale è stata presentata una iniziativa di tre parlamentari della CdL. Si tratta dei senatori Lucio Malan, Guido Possa e Andrea Fluttero che intendono presentare una proposta di risoluzione che "chiederà al governo di farsi parte attiva, a livello europeo, affinché si proceda a una rivisitazione delle basi scientifiche del Protocollo di Kyoto, e dei successivi accordi a livello internazionale, prima di procedere con l’assunzione di nuovi impegni". Del resto era stato lo stesso Matteoli, che come ministro dell'ambiente aveva sottoscritto il Protocollo di Kyoto, a chiederne qualche mese fa una improbabile rinegoziazione.

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