lunedì 6 luglio 2009

Il G8 de noantri

I potenti del mondo stanno arrivando, avvistati ieri cinesi al colosseo. Il G8 de L'Aquila, che il terremoto ha permesso di spostare dalla Maddalena, è davvero alle porte.
Diciamo la verità, Berlù ha avuto un colpo di genio con l'idea di spostare il summit nell'Abruzzo terremotato. Ha messo al centro dell'attenzione la catastrofe, con il corollario obbligato della precarietà della situazione, per cui se qualcosa non funzionerà a puntino si sarà comunque scusati. E a tolto dall'agenda del mondo la Sardegna, dove alla Maddalena le cose non erano proprio sistemate a dovere, malgrado le enormi somme spese. E poi di questi tempi Berlusconi non è certo felice di associare il suo nome alla Sardegna.
Il Presidente Napolitano ha invocato una specie di moratoria per ragioni di stato, chiedendo alla nazione di tacere sulle miserabili vicende personali del presidente del consiglio per amor patrio. Non è servito, anche perché all'estero fanno come gli pare. Ieri El Pais ha pubblicato sul web venti minuti di intervista con "la madre di tutte le escort" e il Times di Londra preconizza altre foto galeotte per i prossimi giorni. Berlù è nervoso e rispondfe con un irrituale comunicato in cui parla di "una morbosa campagna di stampa che però non ha elementi fondati sui quali basare le proprie accuse". Potrebbe anche avere ragione, almeno in parte. Purtroppo però le sue reticenze e le versioni contrastanti fornite sulle storie precedenti lo rendono ormai inattendibile, almeno all'estero. La stampa di tutto il modo non risparmierà nulla a Berlusconi, e lui lo sa.
Ma il vero attacco al leader più amato del mondo (ipse dixit) lo fa oggi La Stampa pubblicando l'intervista di Bob Geldof al premier, in cui l'uomo di We Are The World accusa Berlù di non avere tenuto fede ai patti sottoscritti al vertice di Gleneagles nel 2005, quando firmò l'impegno a investire in aiuti lo 0,51% del prodotto interno lordo entro il 2010. In realtà l'Italia ha rispettato solo il 3% di quegli impegni e Geldof incalza il premier in difficoltà, tanto che lo stesso Gianni Letta interviene più volte cercando di togliere Berlù dall'angolo.
Complimenti a La Stampa e a Bob Geldof, perché tra escort e minorenni rischiavamo di essere distratti dalla questione centrale, ovvero che questo governo non mantiene le promesse (è di pochi giorni fa l'ultima smentita: nessuna new town verrà costruita).
Il G8 in caserma si occuperà di crisi economica, di ambiente, clima e aiuti ai paesi più poveri. Sull'ultimo tema Bob Geldof ha già messo il nostro governo di fronte all'imbarazzante stato delle cose. Su clima è ambiente Obama, Brown, Sarkozy e Merkel, anche il cinese Hu Jintao hanno puntato come elemento cardine dei loro piani di ripresa e sviluppo. Per il governo italiano la questione clima è un optional, una specie di accessorio come il navigatore che si ordina insieme alla macchina nuova quando butta bene, e siccome adesso c'è la crisi non se ne parla nemmeno. Nel frattempo i nuovi programmi nucleari nazionali, per chi ancora ci crede, per non creare cali di consenso hanno già accumulato due anni di ritardo e la nostra politica energetica allo stato delle cose non potrà cambiare prima del 2020, anno entro il quale Berlù in persona lo scorso dicembre ha sottoscritto impegni vincolanti con l'Europa. Saremo inadempienti, ancora una volta. Sul fronte economico il debito pubblico continuia a salire e tra le altre cose 3monti ignora il pesante fardello (miliardi di Euro) dovuto allo sforamento degli obiettivi del protocollo di Kyoto.
Non so cosa potrà inventarsi Berlù perché dal G8 esca un'Italia presentabile. L'unica speranza forse è una bella scossetta di almeno 4 gradi Richter, così tutti a casa e se ne riparla la prossima volta.

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