mercoledì 12 agosto 2009

Ministri, vescovi ma prima i bambini

I miei due bambini frequentano l'ora di religione, che sarebbe facoltativa ma nella realtà della scuola italiana è una convenzione. Frequentano anche i corsi di musica ed educazione motoria (a.k.a. ginnastica), che sono facoltativi e a pagamento.
Religione è gratis, perché paga la scuola italiana. Gli insegnanti di religione vengono nominati su indicazione diretta della curia locale, non ci sono concorsi o selezioni.
Quando gli insegnanti dei miei bambini si riuniscono per gli scrutini l'insegnante di religione è presente e dice la sua, gli insegnati di musica ed educazione motoria non partecipano, malgrado anche loro vedono i miei ragazzi ogni settimana e probabilmente nelle loro attività i bambini possono manifestare comportamenti estremamente importanti per l'analisi del loro percorso educativo.
Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha esaminato un ricorso e ha deciso che non vi è motivo perché gli insegnanti di religione, materia facoltativa e gestita da insegnanti nominati senza criteri di merito, debbano prendere parte al giudizio degli alunni.
La reazione della CEI è stata violentissima, assurda. Il ministro competente ha dichiarato che "in Italia vi è piena libertà di scegliere se frequentare o meno l'insegnamento della religione. Non si comprende perché qualcuno voglia limitare questa libertà. È ingiusto discriminare la religione cattolica" e che "la religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata. Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare".
Il ministro ha aggiunto che "L'ordinanza del Tar infatti determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso (...) L'ordinanza del Tar peraltro tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie a e di serie b. Al contrario ritengo che il ruolo degli insegnanti di religione vada accresciuto e valorizzato. Per questo dal prossimo anno - dice il ministro Gelmini - è mia intenzione coinvolgere i docenti di religione cattolica in attività di formazione, secondo gli obiettivi della riforma del primo e del secondo ciclo d'istruzione".
Maria Stella Gelmini ha concluso annunciando che ricorrerà contro la sentenza al Consiglio di Stato.
Così adesso, oltre agli stipendi degli insegnanti di religione, dovremo pagare anche le parcelle degli avvocati.

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