giovedì 7 gennaio 2010

La città proibita

La Philips è la prima impresa privata olandese e Eindhoven sta a Philips come Torino a Fiat. Così la scelta del colosso dell'elettronica di abbandonare lo storico quartier generale di Strijp-S ha cambiato il volto della città olandese, come riporta il sempre prezioso Presseurop.
Ogni giorno a Strijp-S entravano più di dodicimila dipendenti Philips, con una rigidissima disciplina di ingresso che aveva meritato al complesso il nome di "città proibita". A Strijp-S erano stati concepiti e realizzati prodotti innovativi come la cassetta audio e il compact disc, oltre al Video 2000 che fu il primo a soccombere nella guerra per lo standard delle videocassette, poi vinta da VHS su Betamax.
Oggi la produzione Philips è quasi tutta in oriente e anche il centro di ricerca è stato spostato nell'High Tech Campus alla periferia di Eindhoven. Per Strijp-S è stato avviato un grande programma di riqualificazione, che trasformerà i 28 ettari dell'area industriale in 285.000 mq di residenze (circa 3000 unità), 90.000 mq di uffici, 30.000 di spazi commerciali e altri 30.000 per usi vari, tra cui un teatro e un museo di arte moderna. Un progetto ambizioso articolato in quattro fasi e che dovrebbe concludersi nel 2020.
La riconversione del Veemgebouw, il più monumentale edificio industriale del complesso, è stata oggetto di un concorso di architettura vinto dal progetto di Caruso St John Architects.

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