venerdì 9 luglio 2010

I brevetti, le traduzioni, la patria

Il ministro Andrea Ronchi (foto) si è opposto con fermezza a una proposta dell'Unione Europea di limitare la necessità di tradurre i brevetti europei solo nelle tre lingue ufficiali: inglese, francese e tedesco.
Secondo la normativa  vigente il depositario di un brevetto lo deve tradurre nella lingua di ogni paese in cui vuole sia applicato il copyright. La proposta avanzata dalla Commissione prevede il deposito del brevetto in una delle tre lingue principali e la traduzione nelle altre due. Questo ridurrebbe moltissimo il costo di un brevetto, che per via delle traduzioni oggi in Europa costa dieci volte di più che negli Stati Uniti. "Per essere competitivi occorre incoraggiare l'innovazione e oggi ottenere un brevetto è troppo costoso e complicato" ha spiegato il commissario al mercato interno Michel Barnier. Il comunicato stampa in Italiano spiega nel dettaglio le motivazioni di Bruxelles.
Nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito ministeriale Ronchi invece dichiara: "L'Italia non è assolutamente disposta ad avallare un regime linguistico fortemente discriminatorio e penalizzante per le imprese italiane. (...) Se la situazione non cambierà, l'Italia non potrà che esercitare il diritto di veto".