martedì 7 settembre 2010

Il cliente ha sempre ragione

The European House/Ambrosetti ha presentato a Cernobbio una ricerca dal titolo "Il nucleare per l'economia, l'ambiente e lo sviluppo". I committenti sono Enel e EdF-Electricité de France, quindi non è difficile immaginare le conclusioni. Secondo Ambrosetti il nucleare è un affarone, tecnicamente all'avanguardia e non comporta rischi. Enel e EdF sono i partner principali del ritorno all'energia atomica strombazzato da oltre due anni dal governo di destra italiano, che però finora non ha prodotto risultati concreti.
Ambrosetti fornisce al cliente le conclusioni attese, benedette da un panel che include Nicola Rossi, Umberto Veronesi, Maurizio Lupi, Fatih Birol, Carlo Rossella (?) e funzionari delle imprese committenti (qui la ricerca completa in italiano). 
Se le conclusioni della ricerca sono prevedibili è interessante confrontare i commenti della stampa, che ovviamente sono molto diversi a seconda del collocamento politico. Terra pubblica un pezzo del direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio che critica i numeri forniti da Ambrosetti, anche se scivola in un linguaggio troppo tecnico.
Il Sole 24 Ore accoglie con favore la ricerca, seppure con cautela. Alcuni degli articoli sostengono che il cantiere di una centrale nucleare occuperebbe 5000 persone e la sua gestione 200 addetti stabili. Le cifre sembrano cospicue, ma lavorare sull'efficienza energetica degli edifici e su centrali di energia eolica o fotovoltaica produrrebbe molti più posti di lavoro. Ma il report di Ambrosetti non offre questo confronto.
Interessanti i numeri citati da Il Giornale di famiglia secondo cui, a fronte di un presunto aumento dei consumi energetici  (che sono in calo da tre anni) del 36%, il nucleare ridurrebbe i costi di produzione dell'energia nazionale da 49 a 44 miliardi di Euro, nel lontano 2026. Quindi un calo di poco superiore al 10%, che mantiene un fitto mistero sull'annunciata riduzione delle bollette del 25-30%.
Ma quando sarebbero pronte le centrali? Le previsioni iniziali del governo, che prometteva l'avvio dei cantieri nel 2012, sono già state spostate al 2014/2015 dallo stesso AD ENEL Fulvio Conti (foto). Dovevano essere quattro le centrali pronte per il 2020 secondo l'ex ministro Scajola. Conti adesso parla di un solo impianto (anche questo in realtà altamente improbabile) e "almeno 4 reattori nell'arco dei prossimi 20 anni a partire da oggi". 

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