martedì 16 novembre 2010

Il cupo futuro dell'energia

L'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha presentato l'edizione 2010 di World Energy Outlook (736 pagine, prezzo 150€ stampato, 120€ in pdf. Ma si può scaricare gratis una sintesi di 22 pagine, anche in italiano). La ricerca analizza l'evoluzione della situazione energetica mondiale da oggi al 2035 in tre scenari diversi, con risultati decisamente preoccupanti.
Presentando il volume a Londra il direttore esecutivo IEA Nobuo Tanaka ha detto che "il mondo dell'energia sta affrontando una incertezza mai riscontrata prima". Uno dei tre scenari analizzati prende spunto dagli impegni presi per ridurre le emissioni di CO2, a partire dal Copenhagen Accord dello scorso anno. L'intesa sottoscritta alla COP15 ha come obiettivo un riscaldamento massimo del pianeta di 2°, ma secondo la IEA le misure intraprese sono inadeguate e porterebbero a un aumento delle temperature attorno ai 3.5°.
L'agenzia prevede un aumento costante della domanda di petrolio, che si contrae dopo il 2015 nei paesi OCSE ma continua la sua espansione nel resto del mondo, particolarmente nel settore dei trasporti dove non si intravedono alternative a breve termine. Proprio per la mancanza di alternative il prezzo del petrolio è comunque destinato ad aumentare a 113 dolari al barile nel 2035 (oggi è a quota 84 dollari). Si individua una crescita consistente del cosiddetto "petrolio non convenzionale" (sabbie bituminose canadesi, petrolio pesante venezuelano) e nuovi grandi giacimenti nella regione del Caspio.
Sul fronte della produzione di energia invece le rinnovabili sono in crescita, con una proiezione dal 19% attuale ad un terzo del totale, superando il carbone. Il rapporto è pieno di grafici e cifre di grande interesse, un riassunto delle principali è nelle sei pagine del factsheets.
Come ridurre il consumo di petrolio? L'Agenzia individua due strumenti principali: una crescente tassazione delle emissioni di CO2 (carbon tax) in Occidente e la eliminazione dei contributi pubblici per i combustibili fossili, che nel 2009 sono stati 312 miliardi di dollari, cioè 230 miliardi di Euro. La IEA conclude che l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale sotto i 2° è ancora possibile, ma per poco. Bisogna agire.

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