venerdì 25 marzo 2011

Come le spigole al forno

Quelli nella foto non sono i lavoratori della centrale nucleare ma bensì gli infermieri che si preparano ad accogliere i due elettricisti che oggi hanno subito ustioni ai piedi mentre lavoravano a Fukushima. I due sono dipendenti di una ditta a cui la TEPCO aveva affidato la sostituzione di un cavo nel reattore 3. Secondo quanto riportano le agenzie i feriti avrebbero lavorato senza stivali protettivi e con i piedi a mollo, incuranti dei segnali di allarme radioattivo che provenivano dai loro strumenti. Successive misurazioni hanno stabilito che l'acqua presentava una radioattività superiore al normale di 10.000 (diecimila) volte.
Oltre che per la sorte dei disgraziati il dato è molto preoccupante perché una concentrazione così alta sembra significare una perdita radioattiva dal reattore o dalla vasca che contiene il combustibile atomico esausto.
La causa potrebbe derivare da altri gravi problemi insoluti. Gli esperti hanno fatto qualche conto, misurando la quantità di acqua marina usata per tenere bassa la temperatura dei reattori e quanta di questa sia evaporata per il calore, lasciando un deposito salino. Le cifre sono impressionanti. Nel reattore 1 ci sarebbero 28 tonnellate di sale. I reattori 2 e 3 avrebbero ciascuno un residuo di 49 tonnellate. Ora, almeno una parte di questo sale dovrebbe avere formato una crosta (presente le spigole al forno?) attorno ai reattori e alle barre di combustibile esausto nelle vasche. Questa crosta, se è spessa come si teme, isolerebbe le barre e il reattore dall'acqua, impedendone quindi il raffreddamento. Gli effetti sarebbero devastanti.
In ogni caso questa montagna di sale (circa 130 tonnellate) dovrà essere rimossa e c'è solo un modo per farlo: a mano.

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