domenica 17 aprile 2011

Sei mesi, facciamo nove. Poi vediamo

Il gap di otto ore con il Giappone rende difficile la compatibilità mediatica con l'Europa. Le notizie del mattino di Tokyo arrivano quando da noi è passata da poco la mezzanotte, quindi i giornali non possono utilizzarle. Le pubblicano magari la mattina dopo sui loro siti web, ma per quando dovrà essere costruita la prossima edizione cartacea sono già passè, quindi spesso spariscono.
Vedremo se domani i quotidiani riporteranno l'annuncio fatto oggi da TEPCO, il gestore della centrale di Fukushima, di sei-nove mesi di tempo per quello che in gergo si chiama cold shutdown, ovvero neutralizzare un reattore nucleare azzerando le emissioni radioattive. A Fukushima i reattori seriamente danneggiati sono quattro (a Chernobyl era solo uno) e i sistemi illustrati da TEPCO per riportare la situazione sotto controllo sono gli stessi, piuttosto empirici, portati avanti nel mese già passato, nessuna novità. Continuare ad irrorare di acqua i reattori per mantenere basse le temperature, visto che gli impianti di raffreddamento non funzionano. Cercare di asportare le acque fortemente radioattive che sono presenti nei reattori e nei sotterranei, anche se ieri i dati dicevano che il livello dell'acqua, malgrado quella aspirata nei giorni scorsi, continua a salire. Alla fine trovare un sistema per incapsulare i reattori e renderli inoffensivi. Sembra facile. A Chernobyl lo si fece con una maxicolata di cemento, ma qui i reattori sono quattro, le dimensioni molto maggiori, i problemi enormi. La soluzione tecnica più caldeggiata è una sorta di struttura pneumatica che possa inglobare quello che resta dei quattro reattori. Presente i "palloni" che coprono certi impianti sportivi? Qualcosa di simile.
In ogni caso è ormai appurato che le cinquantamila famiglie che vivevano nel raggio di 30 Km dalla centrale non potranno tornare alle loro case prima del periodo di bonifica previsto, cioè sei-nove mesi. In realtà molte di loro non ci torneranno mai. Attualmente i residenti nel raggio di 20 Km dalla centrale non sono autorizzati neppure a ritornare nelle loro case per pochi minuti, per controllare le cose e magari recuperare qualcosa di necessario. La zona è completamente off-limits.

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