giovedì 16 giugno 2011

Lettera aperta a Tommasa Giovannoni Ottaviani, detta Titti

Cara Titti,
noi non ci conosciamo ma da tempo seguo le cronache che la vedono accanto a Renato Brunetta, ora suo promesso sposo. Le avevo scritto un'altra lettera aperta tre anni fa, quando il suo fidanzato si era lanciato in spericolate affermazioni su un tema importante come i cambiamenti climatici.
Oggi le cose vanno molto peggio. Renato suo è evidentemente stressato. Lo so, lo scorso anno è stato bastonato nelle elezioni comunali a Venezia, perse al primo turno nel momento di massimo fulgore della destra italiana. Lo so, secondo l'ultimo sondaggio è passato in un solo anno dal 58 al 39 per cento del gradimento. Lo so, aveva detto che i referendum erano quattro imbrogli e l'Italia non gli ha dato retta, votando in massa.
Tutti buoni motivi per mantenere un profilo basso e cercare di raccogliere le forze, magari con l'aiuto delle persone più care. Ecco perché adesso c'è bisogno di lei. Mi rendo conto che per il ministro fustigatore dei fannulloni lei dovrà essere più una crocerossina che una musa. Ma la prego, gli stia vicino. Lo distragga. Gli eviti altre brutte figure come quella fatta con i precari due giorni fa. Anche perché un mio amico ha fatto delle ricerche e avrebbe scoperto che Renato suo ha conquistato una cattedra solo attraverso una delle famigerate sanatorie universitarie del secolo scorso. Insomma, era un precario anche lui.
Gli chieda di smettere con queste sparate. E di non insistere dopo avere sbagliato. Glielo faccia giurare nel momento fatidico, quando vi scambierete le fedi. A proposito, congratulazioni e tanti auguri. Tralascio i figli maschi.

4 commenti:

  1. uno scritto più banale, socntato e idiota di questo non lo avevo mai letto

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  2. prova a scrivere qualcosa di meglio, se ne sei capace

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  3. del tipo, "ma fino ad oggi dove ha vissuto il Ministro Brunetta? Io credo proprio su qualche stella lontana miliardi di anni dal pianeta terra". Nel 2011 continua a parlare di meritocrazia negli Enti pubblici! ma di cosa stiamo parlando! Negli enti pubblici regnano sovrani i politici, in barba ai diritti dei lavoratori, dei sindacati e di tutto e tutti. Fin quando questi signori avranno potere, ahimè per mera colpa di tutti noi, la meritocraziain Italia non potrà mai esistere! Prova ne è la competenza dei ministri italiani(vedasi carfagna, bossi, prestigiacomo e molti altri).

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  4. Anonimo Romano Antico5 ottobre 2011 alle ore 01:37

    AVE!
    Emilio D'Alessio me puzza tanto de gran "paraculo"...
    AVE!

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