sabato 27 agosto 2011

Lo chiameremo iSaint

Tutti auguriamo a Steve Jobs di guarire e tornare al timone di Apple. Colpisce però la beatificazione in corso, con il personaggio ancora in vita. Jobs è sicuramente la mente di Apple e il manager che ha tirato fuori la compagnia dalle secche per renderla l'invincibile potenza che è oggi. Merito di Ipod, Iphone e Ipad, tre prodotti "alternativi" al core business dell'azienda.
Apple non ha mai ceduto alla tentazione di condividere con altre aziende le sue licenze e il suo know-how. Questa politica nei tempi cupi aveva rischiato di portare l'azienda al fallimento, oggi le permette di vendere tutti i prodotti a prezzi assurdi, perché non ha concorrenza. Merito dei consumatori che non sembrano lamentarsi più di tanto, ma la strategia è la più lontana possibile dalle teorie dell'open source e dello shareware. Eppure nell'immaginario collettivo Steve Jobs e Apple sono qualcosa di alternativo, di diverso dal mercato. Per alcuni Apple sarebbe addirittura "di sinistra", non si sa bene perché.
La realtà è molto diversa. Apple gode di una inaudita capitalizzazione in borsa che la rende una primaria potenza finanziaria nell'impero della rendita di capitale. L'azienda combatte ferocemente la concorrenza con tutti i mezzi legali possibili, l'ultimo atto è il ricorso vinto in Europa contro il Galaxy Tab di Samsung. Apple non condivide nulla più del necessario con gli altri produttori e rifiuta qualunque ipotesi di open source, shareware e freeware. Continua a negare l'utilizzo di Flash e per un periodo aveva persino preteso di snobbare le prese USB, che ancora nell'iPad non ci sono.
Le fabbriche cinesi dove vengono prodotti Ipad e Iphone sono da tempo nel mirino per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori, niente di meglio rispetto agli altri produttori.
Apple economicamente è in grande salute ma ideologicamente è un'azienda come un'altra, il cui unico obiettivo è il massimo profitto. Quando riprese la guida dell'azienda nel 1997 Jobs cancellò tutti i programmi filantropici di Apple; contributi, donazioni, ecc. Eppure Steve Jobs è già stato beatificato da tempo, come dimostra la copertina qui sopra dell'Economist che risale a un anno e mezzo fa. Il povero Bill Gates, demonizzato e bistrattato, almeno ha creato una fondazione alla quale ha versato somme importanti, destinate a progetti di pubblica utilità. Apple e Jobs invece hanno pensato solo per se stessi, ma la santificazione ormai è avviata.

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