mercoledì 14 dicembre 2011

Il nucleare, così passé.

“Prendiamo atto che l’energia nucleare è una tecnologia energetica importante ma con uno spazio relativo: 10% a livello globale, 20% in Europa. Il referendum ha dato un risultato chiaro e non credo sia possibile riaprire in Italia il dossier del nucleare senza un “salto” nella sicurezza degli impianti. (...) Oggi però il nucleare è oggetto di importanti investimenti in ricerche e sviluppo anche nei settori non connessi con l’energia. Quindi non vedo perché l’Italia debba rimanere fuori”.
Queste frasi del ministro dell'ambiente Corrado Clini, pubblicate il 12 dicembre nel dossier sull'innovazione del Corriere, hanno rivitalizzato il Forum Nucleare di C. Testa, che deve ancora riprendersi dalla tranvata del referendum di primavera. Il Forum Nucleare Italiano, foraggiato dalle grandi multinazionali dell'atomo, aveva promosso con grande dispiego di mezzi la bontà della scelta nucleare nei mesi precedenti la consultazione popolare. Uno spot TV trasmesso in prime time su tutte le reti che aveva fatto molto discutere. Un sito web che pretendeva di essere super partes ma ospitava i pistolotti di C. Testa e di altri filonuclearisti e magnificava le nuove centrali. Oggi il sito è chiuso ma resta il blog, che ha subito fatto proprie le frasi di Clini intravedendo nelle affermazioni del ministro una nuova apertura verso il nucleare, ormai così passé.
Nessuno nega all'Italia un ruolo nella ricerca nucleare. Se poi questo significasse che il nostro paese destina riorse adeguate alla ricerca scientifica in generale sarebbe anche meglio. Ma il "nuovo" ministro dell'ambiente, che per venti anni è stato dirigente dello stesso ministero, è troppo navigato per non sapere che, se e quando la ricerca permetterà di realizzare centrali atomiche sicure, economiche e senza scorie, la produzione energetica sarà indirizzata su altri orizzonti. Gli esperti prevedono una grid parity per il solare fotovoltaico entro 24, massimo 30 mesi. L'eolico costa già meno dei combustibili fossili. Il solare a concentrazione e le celle di combustibile cominciano ad essere realtà, il geotermico non è più una nicchia. Certo, c'è ancora molta strada da fare, ma in direzione ostinata e contraria all'energia nucleare.

1 commento:

  1. Buongiorno,

    se posso sintetizzare il Suo commento:
    va bene la ricerca (....) ma tanto quando (e se) ne uscirà qualcosa di utile (più sicuro, immagino intenda) della tecnologia utilizzata attualmente, non ci sarà più bisogno di centrali nucleari.
    Infatti: fra 30 mesi ci sarà la grid parity!
    Molto bene, forse anche prima, dato che i combustibili fossili hanno questa noiosa tendenza ad esaurirsi (nel lungo periodo) e a costare sempre di più.
    Ma il costo non è tutto, il fotovoltaico ha bisogno del sole (eh, si anche la notte serve energia, anche elettrica), di grandi spazi e di investimenti cospicui (al momento abbiamo oltrepassato 10 G€ di incentivi solo in Italia).
    Il geotermico non è più di nicchia? magari.
    Celle a combustibile ed eolico sono "realtà" da venti anni, in ambito industriale.
    E quindi perchè non cita la fusione nucleare, la fusione fredda ed i satelliti che dallo spazio mandano energia? Sono tutte ottime idee.
    Vorrei solo ricordare che ogni realizzazione ha il suo rovescio della medaglia.
    E che fra vent'anni saremo 10 miliardi e i consumi saranno un multiplo di quelli attuali (a meno di catastrofi o riduzione in povertà di vaste aree plantarie).
    Comunque no problem, la ricerca in campo nucleare la faranno all'estero. Semmai la importeremo, che problema c'è????
    Aggiungiamo quindi alla lista delle tecnologie abbandonate dall'Italia:
    ..chimica di base ed industriale,
    ...farmaceutica...
    ...telco...
    ..informatica...
    ...aerospaziale...
    ....nucleare...

    Un saluto

    Drugo

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