domenica 22 gennaio 2012

La densità di Milano

Oggi l'assessore all'urbanistica di Milano Lucia De Cesaris ha annunciato la conclusione del'esame delle circa cinquemila osservazioni presentate al Piano di Governo del Territorio varato dalla precedente amministrazione di centrodestra guidata da Letizia Moratti. La giunta Pisapia aveva dichiarato fin dall'insediamento la volontà di intervenire sulle quote edificatorie del piano Moratti, giudicate troppo generose. Le modifiche sono state operate con procedure abbastanza irrituali. Vista la impossibilità di annullare il piano si è proceduto approvando alcune delle osservazioni e inserendole in un "disegno" generale di ridimensionamento. Come è noto gli atti urbanistici devono essere resi pubblici e chiunque può proporre osservazioni, compresa l'amministrazione che lo ha approvato. Le osservazioni passano prima per un vaglio tecnico e poi il piano emendato è sottoposto a una seconda approvazione politica.
Il piano Moratti prevedeva un notevole aumento degli indici di edificazione, che la nuova giunta intende ridimensionare. Il principio è condivisibile, se rivolto a limitare o bloccare le nuove edificazioni. Ma sul tessuto urbano esistente conviene limitare la densità? La città compatta comporta meno spostamenti, meno consuni energetici, meno emissioni. Uno studio sostiene che luoghi di lavoro più compatti aumentano la produttività di almeno il 6%, perché riducono i tempi morti degli spostamenti. Così il titolo di oggi del Corriere non riesce a convincermi che la scelta milanese sia lungimirante.

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