giovedì 10 gennaio 2013

C'erano una volta gli ecologisti italiani


Sulla spalla della prima pagina di oggi del Corriere c'è un editoriale di Aldo Cazzullo dal titolo "La scomparsa degli ecologisti". Lo spunto è la mancata presenza nelle liste PD di parlamentari ambientalisti uscenti come Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. L'analisi però non può limitarsi alle colpevoli distrazioni del PD e Cazzullo giustamente fa notare come in Italia gli ecologisti non siano riusciti ad uscire da uno stretto recinto e ad "ibridare i partiti veri", secondo il principio del solve et coagula tanto caro ad Alexander Langer.
Nel resto d'Europa le tematiche ecologiste sono state poste al centro dell'agenda da tutti i governi, senza pregiudiziali di schieramento politico. Nicolas Sarkozy aveva nominato ministro dell'ambiente un politico conservatore di razza come Alain Juppé. David Cameron aveva affidato l'incarico al battagliero liberale Chris Huhne, dimessosi lo scorso anno per una multa presa dalla moglie (succede solo in Inghilterra). In Germania il governo Merkel ha dato grande centralità all'ambiente con la scelta di Peter Altmaier e del suo predecessore Norbert Roettgen, dimessosi dopo la sconfitta della CDU nelle elezioni regionali in Westfalia (succede solo in Germania).
Chez nous il governo della destra aveva affidato il ministero dell'ambiente all'invisibile Stefania Prestigiacomo, consegnandolo di fatto al direttore generale del ministero Corrado Clini, che poi pragmaticamente Monti ha promosso ministro. Il PD ha deciso di ricandidare Realacci, confermerà Bratti che ha vinto le primarie, porterà in parlamento Puppato e Bianchi, ma non Della Seta e Ferrante. I verdi (foto) sono implosi nel dopo Pecoraro Scanio e  comunque, anche nei momenti di massimo fulgore,  non erano mai riusciti a raggiungere percentuali vicine neppure alla metà dei loro colleghi francesi o tedeschi. Dopo il naufragio della Sinistra Arcobaleno oggi Francescato è rimasta con SEL mentre Bonelli sta con Ingroia, che parla cento volte di mafia e giustizia e una di ambiente, quando va bene. I comunisti di RC e PDCI non hanno mai fornito contributi rilevanti alle tematiche ambientaliste.
Quanto a Monti e alle destre, il tema dell'ecologia non interessa nessuno o quasi. Ieri su Il Sole il ministro Clini ha perorato gli spunti ambientali dell'agenda Monti (ne parlavo stamane su Sostenibilitalia), ma l'effetto è stato il confronto delle proposte, peraltro non particolarmente innovative, con quanto poco il governo dei tecnici ha fatto sui temi dell'ecologia, del clima e dell'energia.
I referendum su nucleare e acqua hanno dimostrato che attorno alle tematiche ambientali c'è un grande bacino di potenziali elettori, di cui nessuno sembra interessarsi troppo. L'unico che cerca di accaparrarselo è Grillo, che con la consueta furbizia cavalca il "popolo dei comitati" del no.
Una delle massime della politica è che non si può lasciare un vuoto, perché questo verrebbe immediatamente colmato. In Italia per l'ambiente e l'ecologia evidentemente non è così.

Nessun commento:

Posta un commento