martedì 27 maggio 2014

Spinelli, quando tre centesimi danno alla testa

Il Partito democratico ormai per Spinelli, è "in piena mutazione antropologica, è un partito che ha inghiottito e divorato l'elettorato di destra, acchiappa tutto e quindi significa che e' sempre più difficile che possa rappresentare la sinistra ufficiale italiana". Dunque in Italia "non c'e' più una sinistra, c'e' un partito che assomiglia molto alla Democrazia cristiana e poi ci siamo noi che siamo l'unica sinistra e oggi cominciamo a lavorare con questa lista che crescerà come opposizione nel Paese". 
Queste le dichiarazioni di Barbara Spinelli dopo le elezioni europee, che hanno visto la lista Tsipras superare la soglia di sbarramento per un pelo, arrivando con un milione e centomila schede al 4.03% dei voti. Cioè meno di un decimo dei voti del PD. Alle politiche 2013 Sel aveva il 3.2, Ingroia il 2.2. Un anno dopo tutta la autoproclamata sinistra riunita, da Sel ai comunisti di Ferrero, da Casarini a Micromega, da Ovadia ai NoTav raggranella un misero 4 per cento. Perdendo ben 850mila voti rispetto al 2013, quasi la metà,  molti dei quali sono certamente nei due milioni e mezzo guadagnato dal PD. Eppure per quelli di Tsipras il loro è "un piccolo miracolo". E Spinelli, acciuffato il "miracolo" per cinquemila voti, ricomincia ad attaccare il PD, dopo una campagna elettorale tutta giocata contro Renzi e il grande partito del centrosinistra.
Ieri avevo detto e scritto che ero contento che la lista Tsipras avesse superato la soglia. Leggendo questi deliri lo sono molto meno.


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