domenica 8 giugno 2014

Ancora sulla capriola mirabolante di Barbara Spinelli

Lo so che è una questione molto marginale, lo so che la sinistra ha una storica vocazione al suicidio, lo so che stavolta sarebbe il caso di applicare il benaltrismo. Ma la vicenda del seggio non voluto e poi preteso da Barbara Spinelli è un elemento fortemente simbolico della politica italiana. E di quanto la autoproclamata sinistra viva nella conservazione di rituali e schemi da leninismo de noantri.
Non ricapitolo tutta la storia, potete leggerla qui o nel post di oggi di Alessandro Gilioli. Ma impressiona l'incoerenza arrogante di Spinelli, la sua assenza alla riunione di ieri della lista Tsipras, la decisione apicale presa in sprezzo alla famosa e sbandierata democrazia "dal basso", l'annuncio fatto con una email "da Parigi", con letterario snobismo, dopo che la riunione dei suoi elettori si era conclusa. Per non parlare delle dichiarazioni livorose di Spinelli contro Renzi e il PD subito dopo il voto europeo.
Insomma, una vergogna, un pasticcio ingiustificabile, nei modi e nella sostanza. Probabilmente la fine di un progetto politico mai nato e la conferma che in Italia c'è solo un grande progetto di centrosinistra. Anche perché ha ragione Enrico Sitta: quando Spinelli parla non si capisce niente. Chi ha pazienza legga la lettera spedita "da Parigi" al popolo italiano di Tsipras. E' un condensato di anacronismo, di supponenza, di incapacità di rapportarsi e confrontarsi con il mondo reale. E termina con questa frase meravigliosa, che sarà il suo epitaffio:

Augu­rando a tutti voi e noi il pro­se­gui­mento di una bat­ta­glia uni­ta­ria e inclu­siva al mas­simo, vi saluto con grande affetto e gratitudine.


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