martedì 24 marzo 2015

Pastorino, Civati e il pasticcio della sinistra in Liguria

Ieri Luca Pastorino, che con il PD è stato eletto per ricoprire i due ruoli di parlamentare e sindaco di Bogliasco, ha annunciato ufficialmente che si candiderà a presidente della Regione Liguria. Pastorino (40) non ha accettato l'esito delle primarie PD in Liguria, vinte da Raffaella Paita su Sergio Cofferati. Paita ha prevalso con un ampio margine di quasi quattromila voti, anche dopo l'annullamento di alcune sezioni per irregolarità sostanzialmente formali.
Come in ogni primaria del PD i candidati avevano sottoscritto un patto di mutualità: i perdenti dovranno sostenere il vincitore. Cofferati non lo ha rispettato e ha sbattuto la porta, uscendo dal PD e minacciando denunce in procura. Pastorino, che era uno dei grandi elettori di Cofferati, a sua volta non ha accettato la sconfitta, decidendo alla fine di candidarsi a presidente con un raggruppamento di associazioni e parte di Sel regionale. Ieri all'annuncio della discesa in campo assisteva anche il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Ferrero. "Avrebbe potuto candidarsi e sfidarmi alle Primarie, sarebbe stata una sfida avvincente" ha commentato Raffaella Paita.
Pastorino ha anche annunciato la sua uscita dal PD, peraltro solo anticipando la inevitabile espulsione a cui sarebbe andato incontro secondo lo statuto del partito, che vieta di candidarsi con liste alternative.
Pastorino è definito "molto vicino" a Pippo Civati. E la associazione Possibile fondata dai seguaci di Civati ha subito endorsato la sua candidatura con un post che conclude "se la sinistra diventa destra e ne assume le sue peggiori logiche non resta altro da fare". Peccato però che la sinistra ligure abbia già espresso un candidato: l'ex sindaco di La Spezia Giorgio Pagano, sostenuto dal prete barricadero Don Farinella, dalla lista Tsipras e da molte associazioni. Pagano ha anche chiesto a Pastorino di condividere con lui un passo indietro per cercare l'unità in un nome terzo. Niente da fare, Pastorino va avanti da solo e probabilmente Pagano farà altrettanto. In Liguria ci saranno quindi due liste antagoniste di sinistra, secondo la migliore tradizione frammentaria della gauche.
Alcuni civatissimi del PD ligure sosterranno Pastorino, rischiando quindi a loro volta l'espulsione dal partito. Quanti siano è difficile dirlo. Le truppe di Civati non sono stabili e organiche: ad esempio solo due giorni fa la portavoce e il coordinatore di Civati in Sicilia hanno annunciato di avere abbandonato Pippo, definendosi "ex-civatiani". 
E Civati, lui che fa? Oggi in un post sul suo blog scrive: "Se dico che non farò campagna elettorale in Liguria per lui è per rispetto del Pd a livello nazionale, di cui faccio parte (quanto a Possibile, che come sapete riunisce persone di sinistra a prescindere dalle appartenenze, la posizione è chiara e autonoma)."  Va da sè che il divieto di sostenere liste antagoniste al PD varrebbe anche per Pippo. Il pensiero civatico è disarmante nella sua semplicità prepolitica e bipolare: dentro il PD non apro bocca "per rispetto" (in realtà per non essere cacciato, ndr), ma la mia associazione "che riunisce persone di sinistra a prescindere dalle appartenenze" sostiene a gran voce Pastorino contro la vincitrice delle primarie PD.
Poi però bisogna fare attenzione. Perché Luca Pastorino sulla sua pagina facebook ha pubblicato il post qui sotto. Sembra la solita storia à la Civati: faccio campagna per Pastorino, ma anche no. Penultimatum, tentennamenti, sarcasmo verso il governo e i leader del PD, elogi pubblici a Sel e Tsipras, l'associazione Possibile costruita come un Podemos de noantri. Insomma, un altro pasticcio.



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