giovedì 11 maggio 2017

De Bortoli, Boschi, Ghizzoni. Perché?

Al di là delle conferme e delle smentite, a me non interessa molto sapere se Maria Elena Boschi e Federico Ghizzoni abbiano mai parlato di Banca Etruria. Sappiamo tutti che tra "potenti" i colloqui informali su questioni anche più scottanti sono normali. Ogni politico si rapporta spesso agli imprenditori e alle banche in modo confidenziale. Non sempre per fare pressioni, per fortuna, ma certamente per perorare cause e cercare soluzioni a problemi.
Io non troverei scandaloso che Boschi avesse parlato di Banca Etruria a un grande banchiere, anche se in Banca Etruria c'era di mezzo il padre. C'erano di mezzo soprattutto migliaia di risparmiatori del suo collegio, suoi elettori. Anzi, credo che lo abbia fatto davvero (anche se MEB smentisce), come politici veneti avranno certamente perorato la causa di Antonveneta, politici pugliesi quella di Banca 121 e politici marchigiani quella di Banca Marche. Gianni Agnelli è stato senatore a vita dal 1991 al 2003. Qualcuno potrebbe pensare che in quei dodici anni non abbia mai parlato di Fiat, la sua azienda di famiglia, con ministri, presidenti e banchieri?
Quello che non è normale è che Ghizzoni (o chi altro) riferisca un colloquio del genere a De Bortoli e che questi lo scriva in un libro, senza offrire riscontri oggettivi, scatenando un polverone politico. E che addirittura lo dia in pasto alle agenzie con un leak stile libri di Bruno Vespa, confermando poi il tutto con un grillesco: "Sono sicuro delle mie fonti, fidatevi di me".
La mia lettura di questo episodio è che una fetta del grande capitale vuole Renzi morto. Per sostituirlo con chi? Questa è la vera domanda da porsi.


1 commento:

  1. Quindi secondo Lei la domanda da porsi non è se De Bortoli ha scritto il vero o il falso? Ottimo esempio di giornalismo direi

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